Every end is a new start

Ogni volta che apro per la prima volta la pagina di un nuovo blog cerco sempre il post iniziale. Per farmi un’idea di come e’ cominciata, qual’e’ stata la molla che ha spinto l’autore a scrivere, a parlare di se o di cio’ che lo circonda. A volte trovo dei post interessanti, un po’ come leggere le origini segrete del tuo supereroe preferito; attese con ansia, dopo mesi di spasmodica attesa e curiosita’.

Altre volte invece non c’e’ niente. “in media res”, diceva la mia professoressa d’italiano al liceo, mi ritrovo alla prima lettura.

Di solito ci rimango male quando non leggo un inizio fatto per bene, con qualche saluto, con qualche spiegazione.

Pertanto, questo e’ il mio blog (l’ennesimo tentativo, come scrive anche il caro arsenio), io mi chiamo Antonello e sono uno qualunque che ha deciso di provare a mettere su “carta” i suoi pensieri.

Che sia la volta buona?

Video

What you don’t do

Ogni tanto ritorno su queste pagine, che considero comunque il mio “rifugio” dove scrivere ogni tanto e lamentarmi in santa pace.

Oggi pero’ volevo fare una cosa diversa e lasciare qui su drama una lista. Anzi LA lista.

La lista delle cose che voglio fare che, al solo pensiero, mi fanno battere il cuore.

Le cose che non riesco mai a fare perché’ non sono lungimirante, perché’ non sono costante, perché’ sono io e sono fatto male.

Partiamo con i punti:

  • Imparare il portoghese
  • Andare in viaggio sulla via della seta per visitare Samarcanda
  • Ri-comprare le carte di magic che ho venduto scioccamente

Al momento sono queste. Ho pensato anche ad aggiungere altre cose tipo “laurearmi” ma non provo le stesse sensazioni.

Forse dovrei concentrarmi su obbiettivi piu’ vicini, piu’ raggiungibili.

Che ci posso fare se il cuore mi arriva in gola solo con queste?

wiz

 

 

 

non è questione di cellule

in ogni lettore multimediale o telefono o apparecchio che possa riprodurre musica io tengo sempre una copia di “io, tu, noi tutti”. Le tengo sempre con me perché ho sempre paura di poterti dimenticare, di sentirmi in colpa perché magari per due giorni non ti ho pensata, come quando rifletto sul fatto che non sento babbo da più di qualche giorno. la tengo sempre con me per sentire sopratutto “questione di cellule”. è la prima che ascolto ogni volta che metto su questo disco. è quella che mi fa piangere di più quando ti ricordo. perché comincia con “probabilmente mio papà, insieme a mia mamma, chi lo sa, desideravano non me ma un altro bambino”. forse inconsciamente penso avrebbero voluto un figlio diverso, qualcuno più importante, più realizzato, con una vita più stabile, senza questo continuo vorticare nel cervello. Qui parte di solito la mia auto-analisi in cui in reale giudico me stesso e dall’altra parte non c’è nessuno a criticarmi. Come dice il mio amico Tony, questo procedimento (forse più propriamente “processo”), vede sempre e soltanto una persona nel ruolo del giudice ed una sola persona nel ruolo della giuria e sempre la stessa persona nel ruolo dell’imputato. Sempre e soltanto me stesso, in tutte e tre le parti, prontissimo a demolirmi. E la cosa ancora più stressante è il non sapere come venire fuori da questo meccanismo. E sempre forte ritorna il ricordo di mia madre, che immagino in piedi per casa, sola, che mette questo disco con le sue mani un po’ incerte. Sempre dubbiosa delle sue possibilità mia madre. Ed il disco che risuona in casa, mentre mio babbo è a lavoro ed i miei fratelli a scuola, e lei che si accarezza la pancia mentre aspetta questo bambino che 36 anni dopo le avrebbe baciato la fronte fredda, nella sua bara. Ed ogni dannata volta mi viene da piangere.

every little thing she does is magic

Era qualche giorno che pensavo: “mmm ho incominciato a scrivere sul blog e sono gia’ al punto di dire che non fa niente se salto il post del giorno”. Questo per, ovviamente, circa tre settimane.

Oggi, visto che ho tanta voglia di lavorare, forse e’ il caso di scrivere due righe. Magari anche per cercare di chiarirmi la lista di priorita’.

Ho comprato casa alla fine, l’appartamento di viale Monza. Devo ancora trovargli un nome ma direi che questo e’ l’ultimo dei problemi.

Devo fare dei lavoretti all’interno dell’ appartamento che mi stanno letteralmente asciugando la vita. Poca roba eh. Ma sono senza soldi ed aspetto trepidante la copia dell’atto di rogito per poter richiedere l’anticipo del TFR.

Ho praticamente la testa che mi scoppia per via dei preventivi che devo far fare e nessuna voglia di chiamare la gente. Ho una specie di repulsione che non mi riesco a spiegare. Vorrei, sostanzialmente, che qualcuno facesse queste cose per me; mica scemo no?

In sostanza c’e’ da fare:

  • spostare il citofono in cucina
  • spostare l’interruttore della luce in camera da letto
  • creare una presa TV nel soggiorno
  • creare un campanello fuori la porta
  • installare la caldaia
  • installare un elemento termosifone in camera da letto
  • fare la parete in cartongesso in camera da letto per la cabina armadio

Detto questo, poi c’e’ da ordinare la cucina ed il letto.

E la testa esplode. In piu’ c’e’ mio padre che mi dice di chiamare i parenti per fare i lavori ed io mi imbarazzo anche se magari potrebbe avere ragione. Chi lo sa?

adesso mi devo solo alzare da questa sedia ed andare a fare le due telefonate. devo farlo. lo giuro. lo faccio. non chiudo il post finche’ non avro’ chiamato. promesso. vado, eh? lo faccio. adesso vado. CHE PALLE NON HO VOGLIA DIOMADONNA PIUTTOSTO CANCELLO ANCORA MILLE MAIL DA GMAIL CHE GIA’ SONO ARRIVATO DA 10000 a 7000 PUR DI NON ANDARE A TELEFONARE DIOCRISTO.

Ok, ho fatto una chiamata e devo rifare la seconda. Il cugino di mio padre non era in casa.

Ok lo richiamo, uffa.

Ok li ho richiamati ed ho ottenuto:

  • un appuntamento da comunicare per sabato mattina (dopo che sentiro’ l’elettricista)
  • di farmi richiamare da un altro elettricista ed un altro muratore (grazie babbo)

Che fatica andare a vivere in un appartamento.

 

Elite Beat Agents – September – YouTube

Elite Beat Agents – September – YouTube.

Era nato come un video da postare su facebook per celebrare l’arrivo di settembre con una versione un pò originale di questa canzone. Poi ho cercato il video del gameplay dello stage di Elite Beat Agent. Ho ricominciato a guardarlo e mi sono ridotto in lacrime. Per uno stupido video di un gioco. Eppure mi ricorda molte cose, mi ricorda sopratutto mia madre. Che avrebbe acceso una pira su di un monte, avrebbe aspirato via le nubi o asciugato il cielo con un ventilatore pur di darmi una giornata di sole. Mamma non ci crederai ma sono in lacrime come un ragazzino. Mi manchi da morire ogni giorno e non riesco a stare senza di te. Mi sento male senza di te. Ti voglio tanto bene. Come ogni volta che te l’ho detto. Come ogni volta che ho cercato il tuo assenso ogni volta che mi sono steso vicino a te sul letto, quando stavi male, e ti ho sussurrato mille volte “tu lo sai che ti voglio tanto bene, vero?” e tu ogni volta mi dicevi di si. E me lo hai detto fino al giorno in cui sei morta. Non vedo l’ora di poterti rivedere e riabbracciare un giorno. Sei sempre la mia mamma bellissima e preferita.

Again & Again

Stamattina ero in auto e mi dirigevo verso l’ufficio quando, improvvisamente, ho riflettuto su una cosa che mi ha istantaneamente indispettito.

Ci sono cose nella vita di ogni giorno che si ripetono in continuazione; i venerdi’ ed il rituale a loro associato, i vari TGIF, i rientri dalle vacanze, la ciclicita’ del traffico milanese.

Tutti elementi di una gigantesca gabbia che mi opprime e che non mi lascia respirare. Come se fossimo criceti in una ruota che corrono per macinare giorni fino ad arrivare all’agognato venerdi’.

E ti ritrovi a desiderare un punto di fuga, una scappatoia che ti permetta di respirare invece di avere il voltastomaco ogni qualvolta attraversi quel ponte per arrivare in ufficio.

Ed invece no; ti svegli la mattina, facendo sempre gli stessi gesti, vai a lavorare, rientri, ceni, dormi, sciacqua e ripeti.

Forse tutti questi pensieri sono davvero figli di una voglia di fuga da questa quotidianita’ che mi uccide e mi annulla. Il vivere aspettando con ansia la prossima volta che Lee arrivera’ a Milano o che io prendero’ un aereo per andare in inghilterra non va assolutamente bene.

Spero solo che passi presto e che ritorni ad essere un uomo un po’ migliore.

Again & Again – The Bird and the Bee

 

Stop the music and go home. I repeat, stop the music and go home

Devo necessariamente darmi una scossa e cambiare atteggiamento; per me stesso, mica per altri.

Stavo rileggendo dei vecchi messaggi whatsapp, backuppati in mail, per cercare una frase che il mio insensibile fidanzato inglese mi aveva detto: “You are the sun and the moon”.

L’ho trovata e nel frattempo mi sono trovato a riflettere su me stesso, su come sono stato percepito all’inizio della nostra storia e su come lui mi percepisca adesso.

Non e’ un mistero che io tenda a dare molta importanza al giudizio del mio compagno ed inoltre sono sempre convinto che dopo quasi un anno di relazione, lui possa aver cambiato il suo modo di vedermi.
Magari all’inizio ero un “esotico” italiano che poteva sembrargli deciso e risoluto. Col tempo avrà invece realizzato come io sia profondamente insicuro e bisognoso di attenzione.

“You are such an attention seeker”

E’ cosi’ che mi dice. Per carita’, se e’ un anno che e’ con me, evidentemente gli va bene il mio carattere e come io sia.

E’ tutto dannatamente sensato ma non c’e’ verso di farmi entrare in testa questo ragionamento.

Lee: Lol you must be verryyyy popular with those Italian bears and cubs ;0)
wizmorgan: Me? dont. Really.
wizmorgan: And i am so brave with you cause you expressed a little appreciation for me
Lee: Ahh well. You deserve it

Uno poi legge queste cose e “sbarella”. Non gli e’ servita molta adulazione per potermi affascinare.

Alla fine, quello che devo fare e’, come mi dicevo ieri, cambiare qualcosa nel mio modo di lavorare e di affrontare questo lavoro.
Ne ho almeno per un anno qui dentro e devo cercare di non impazzire definitivamente mentre cerco un altro lavoro in inghilterra ed allo stesso tempo sopravvivere.

E’ un mondo difficile.

 

Wiz

 

Things, they are a-changing

La vita vera è quella cosa che ti accade mentre respiri, mentre ti rigiri tra i pensieri e capisci che fare giorno per giorno.

Ci sono volte che devi necessariamente far fare tutto alla ragione, perchè il cuore non sa più che pesci pigliare. Ti ritrovi a soppesare da una parte le emozioni e dall’altra le aspettative di crescita, il futuro, quello che vuoi che sia la tua vita.

E poi ti accade tutto tra capo e collo. Come se non l’avessi previsto ma invece. Che un pò la vedevi arrivare da lontano e ti chiedevi “ma sarà davvero così vicina?”.

E ti svegli e prendi decisioni

Ed è sempre vera la massima: “c’è del drama in danimarca”.

 

Wiz